10 giugno 2009

Naica: Viaggio nella grotta dei cristalli


Colonne di cristallo lunghe fino a dodici metri formano un’intricata foresta trasparente. Incroci di lame taglienti e purissime. Potrebbe essere un paesaggio di ghiaccio, se non ci trovassimo a trecento metri di profondità, a una temperatura di cinquanta gradi centigradi e con un’umidità relativa pari al cento per cento che rende la temperatura percepita di 95-100 gradi Humidex (indice usato per valutare il benessere climatico dell’essere umano in relazione all’umidità e alla temperatura). È la Cueva de los Cristales, la Grotta dei cristalli, all’interno della miniera di Naica nel Nord del Messico. Scoperta nel 2002, questa grotta fa parte di un complesso di grandi geodi (cavità completamente ricoperte di cristalli) di selenite - gesso -, insieme alla Grotta delle spade, la Grotta delle candele e la grotta Occhio della regina. A rendere eccezionale il sito è la grandezza dei cristalli: non solo sono i più grandi scoperti finora, ma sono dieci volte più grandi di quanto si credesse possibile.

Da quando è stata scoperta, la grotta dei cristalli è stata il sogno di tutti gli speleologi, compreso Tullio Bernabei, il primo a esplorarle e colui che insieme al gruppo La Venta, ha dato vita al Proyecto Naica. Il progetto ha avuto e ha come obiettivo lo studio e la documentazione di questo fenomeno incredibile di mineralizzazione. Il documentario esclusivo “Viaggio nella grotta dei cristalli” è il primo frutto di questo ambizioso lavoro. Tutto l’incredibile viaggio che ha portato all’esplorazione di questo complesso di grotte, perfettamente conservato grazie anche agli sforzi della compagnia Peňoles proprietaria della concessione mineraria, viene minuziosamente raccontato. Passo passo seguiamo - attraverso le immagini - l’ideazione dell’attrezzatura di sopravvivenza che rende possibile entrare e muoversi nelle grotte per non più di trenta minuti. Siamo spettatori attenti dei primi ingressi nella grotta, della sofferenza e meraviglia degli speleologi.

Le immagini sembrano raccontare l’esplorazione di pianeti sconosciuti e non la realtà che abbiamo sotto i piedi. Ogni missione porta nuove domande e nuovi attori sulla scena. Nel corso degli anni il team di ricerca ed esplorazione si arricchisce di specialisti: geologi, biologi degli ambienti estremi, artisti, tecnici delle immagini, astrofisici, e così via. Il progetto Naica è stato un lavoro di ricerca internazionale e multidisciplinare che ha impegnato e impegna scienziati di tutto il mondo in una vera e propria lotta contro il tempo. Tra sei anni, infatti, la miniera verrà chiusa e l’acqua che adesso viene pompata fuori per permettere lo scavo riempirà nuovamente la grotta, nascondendola forse per sempre.

Per rendere possibili le riprese è stato necessario proteggere le telecamere e controllarle a distanza di sicurezza, circa 100 metri. Per far questo è stato costruito un robot, Aktun, in grado di muovere scatole di legno massiccio fissate a una struttura metallica, supporto per telecamere e macchine fotografiche. Molte delle immagini però, anche alcune tra le più suggestive, sono state registrate dagli stessi speleologi durante le missioni di esplorazione.

DA:"GalileoOnLine"

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