26 febbraio 2009

Energia ecosostenibile dai fiumi

Una nuova tecnologia per la produzione di energia pulita basata sulla differenza di salinità alla foce dei fiumi, tra l'acqua marina e quella proveniente dall'estuario.

Le fonti di energia pulita sono presenti in varie forme, ovunque intorno a noi, anche se spesso non ce ne accorgiamo nemmeno. Una tra quelle più facili e vantaggiose da sfruttare, ma ancora praticamente inutilizzata, è la differenza di salinità presente alla foce dei fiumi, là dove l’acqua dolce si incontra con l’acqua marina salata. I Paesi Bassi sono all’avanguardia nello sviluppo delle nuove tecnologie in questo campo, anche grazie alle caratteristiche del loro territorio, dove sono numerosi i fiumi che sfociano in mare. Ma è un'azienda norvegese ad applicare le ultime scoperte su larga scala, attraverso la costruzione di una vera e propria centrale elettrica.

L’ENERGIA OSMOTICA – Questo tipo di energia è detta energia a gradiente salino (o energia osmotica) e sfrutta il flusso spontaneo dell’acqua da una soluzione a concentrazione minore (acqua dolce) verso una più concentrata (acqua salata). Come riporta il New Scientist, il progetto di un nuovo tipo di batteria in grado di incanalare quest’energia è nato dagli ingegneri del Wetsus, centro olandese per le tecnologie idriche sostenibili. Per dare un’idea delle potenzialità di questa risorsa, nel caso specifico del Reno, che sfocia poco a sud di Rotterdam nel Mare del Nord, il processo chiamato «Blue Energy» sarebbe in grado di produrre 1 gigawatt di elettricità, sufficiente per alimentare 650 mila abitazioni. Un sistema del genere può essere applicato alla foce dei fiumi di tutto il mondo, dal Gange al Mississippi, senza causare danni all’ambiente nè all’ecosistema, e in futuro – a pieno regime – potrebbe arrivare a fornire fino al 7 per cento del fabbisogno energetico globale.

LA PRIMA CENTRALE – L’energia osmotica è nota da tempo. Nonostante ciò, sono stati necessari anni di studi per creare un sistema in grado di produrre elettricità sfruttando la differenza di concentrazione alla foce dei fiumi. Le difficoltà principali sono legate alla membrana di separazione tra acqua salata e dolce: alla fine degli anni ’90 sono nati i primi prototipi efficaci e solo ora i modelli più avanzati sono abbastanza efficienti da permettere la produzione di energia in modo redditizio. Dopo aver sperimentato in laboratorio il funzionamento dell’impianto e delle membrane, nei prossimi mesi l’azienda norvegese Statkraft attiverà il primo prototipo di centrale a energia osmotica su larga scala. Sarà situata a Tofte, una cittadina costiera vicino a Oslo (Norvegia), e avrà dimensioni relativamente piccole: in un’area grande come un campo da tennis, verranno installati 2 mila metri quadri di membrane che genereranno circa 4 kilowatt (una quantità di energia molto modesta). Sfruttando l’esperienza di Tofte, entro il 2015 l’azienda spera di riuscire a costruire una centrale più grande, in grado di produrre almeno 25 megawatt (il fabbisogno di circa 15 mila famiglie).

Da:"Il Corriere della sera"

18 febbraio 2009

L'origine sociobiologica di Facebook


Uno studio ha esaminato le caratteristiche ereditarie dei network sociali, cercando di stabilire un ruolo dei geni nella loro formazione e configurazione

Uno studio condotto da ricercatori della Harvard University e dell'Università della California a San Diego sostiene che la nostra posizione all'interno di una rete sociale sarebbe in parte influenzata dai nostri geni. La ricerca, condotta da Nicholas Christakis, Christopher Dawes e James Fowler, e pubblicata sull'ultimo numero dei PNAS, è la prima che esamina le caratteristiche ereditarie di un network sociale e cerca di stabilire un ruolo dei geni nella formazione e nella configurazione di tali reti.

"Siamo stati in grado – sostiene Christakis – di mostrare che la nostra particolare localizzazione nei vasti network sociali ha una base genetica e che i meravigliosi e complessi schemi dei collegamenti umani dipendono in misura significativa dai nostri geni.”

I ricercatori hanno trovato che la popolarità, intesa come numero di volte che un individuo è nominato come amico, e la probabilità che questi amici ne conoscano un altro sono fortemente ereditabili. Inoltre, la localizzazione in una rete sociale, ossia la tendenza a essere al centro o ai margini del gruppo, sarebbe correlata ai geni.

Nel loro studio i ricercatori hanno confrontato le reti sociali di 1110 gemelli, sia identici che eterozigoti, trovando una maggiore similarità nella struttura di quelle dei gemelli identici che in quella dei gemelli eterozigoti.

Secondo i ricercatori può esserci una spiegazione evolutiva di questa influenza genetica e della tendenza di alcune persone a essere al centro o ai margini del gruppo. Se un'infezione mortale si diffonde in una comunità, gli individui ai margini vi sono più difficilmente esposti. Per contro, la maggiore disponibilità a importanti informazioni sulla localizzazione di eventuali fonti di cibo va a vantaggio di chi si trova al centro del network.

"Una delle cose che ci dice lo studio è che le reti sociali sono probabilmente una parte fondamentale del nostro patrimonio genetico”, afferma Fowler. "E' possibile che la selezione naturale agisca non solo su cose come il fatto di poter resistere o meno alla normale influenza, ma anche sul modo in cui vi entriamo in contatto.”

Da:"Le Scienze"
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